sábado, marzo 28, 2009


"O padre nostro che ne' cieli stai,
non circunscripto, ma per più amore
ch'a' primi effecti di lassù tu hai,

Laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore
da ogni creatura chom'è degno
di render gratie al tuo alto vapore.

Vegna ver noi la pace del tuo regno
che noi ad essa non poten da noi,
s'ella non vien, con tutto nostro ingegno.

Chome del suo volere gl'angioli tuoi
fan sacrificio a te cantando osanna
et chosì faccian gl'huomini de' suoi.

Dà hoggi a noi la cotidiana manna
sanza la qual, per questo aspro diserto,
adrieto va chi di più gir s'affanna.

Et chome noi lo mal ch'aven soferto
perdoniamo a ciaschuno, et tu perdona
benigno et non guardar lo nostro merto.

Nostra virtù che volentieri s'addona
non spermentar coll'antich'adversario,
ma libera da lui che sì lo sprona.
Quest'ultima preghiera signor caro
già non si fa per noi, che non bisogna,
ma per color che drieto a noi restaro".

Dante Alighieri, Comedia, Purgatorio, Canto Undecimo, vv. 1-24.

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